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domenica 12 febbraio 2012

L’uomo contraffatto - Luigi Confalonieri

È stato reso noto che uno degli orsi protagonisti del bel film “L’orso”, essendo nato in cattività, quando dovette girare la scena in cui pesca un salmone fece una pessima figura perché, ormai svanita la sua selvatichezza, non riuscì a compiere quella che per un orso è un’operazione elementare. Il poveretto dovette essere addestrato a pescare e fece fatica, come se gli avessero insegnato a leggere e a scrivere. Questa perdita di se stessi non soltanto capita all’orso dell’Orso ma sta ormai capitando a tutti gli uomini del pianeta terra.
Noi ci stiamo contraffacendo e continuando così verrà il giorno che, come l’orso non sapeva più pescare, così noi saremo incapaci di essere quelli che la natura ci fece. Ormai noi abbiamo del mondo una conoscenza del tutto fantastica. Non lo conosciamo più attraverso la realtà e verità, ma attraverso la rappresentazione che ce ne viene fatta. Si dice che i bambini a New York, forse anche quelli di Milano, Roma e Napoli, non abbiano mai visto in carne e ossa una mucca, ma abbiano visto il rarissimo panda prigioniero dello zoo. Del resto, attraverso la televisione, noi ci accontentiamo non di conoscere ma solo di essere informati. In genere, come dimostrano le inchieste sul Pendolo di Focault, comperato per la gioia di Eco ma non letto, ci basta possedere una cosa non conoscerla. Ci accontentiamo di sapere vagamente chi era questo signor Focault e che un signore viene impiccato al suo pendolo. ( … )
La contraffazione dell’uomo nasce da molte cause e da molte ragioni, comunque esistono persone che sono specificatamente addette a questa operazione. In tempi oscuri si sarebbe detto che queste persone sono ispirate dal diavolo. Parliamo dei pubblicitari. Essi impongono “modelli” a cui è difficile sottrarsi ma che sono contrari (come il non pescare per l’orso) alla nostra natura naturale. Il ragazzo che compra un certo tipo di giaccone (il “chiodo” per esempio) non lo fa perché desidera davvero il chiodo ma perché desidera avere il chiodo, che è cosa del tutto diversa, così come la donna desidera avere la pelliccia non per stare più calda ma per far schiattare di rabbia le amiche che non l’hanno.
Altri contraffattori dell’uomo sono tutti i tipi di sostanze, dall’alcol all’eroina, che agiscono sul nostro cervello. Queste sostanze ci rapiscono a noi stessi, ci estraniano, ci conducono in un mondo inesistente ma che ci appare più vero di quello vero. Un altro contraffattore è il “villaggio globale”. Realizzato dalle telecomunicazioni che rendono tutto il mondo tanto conosciuto come un tempo il villaggio natio, esso ci carica di notizie e di angosce che un tempo erano sconosciute all’uomo naturale.
Il pericolo della situazione in cui ci troviamo è tanto chiaro che sarebbe inutile insistervi. Piuttosto dobbiamo domandarci che cosa si deve fare e più modestamente che cosa si può fare. A prima vista vien voglia di dire che non c’è niente da fare. Come si può andare contro l’irresistibile procedere della storia? In realtà, sarebbe molto facile opporsi a questa denaturazione dell’uomo, basterebbe restare in ascolto dei sussurri del nostro cuore e della nostra anima. Dentro di noi conosciamo benissimo tutto. Anche il più fantastico mikebuongiorno dipendente, o il più fantastico tifoso che spranga la testa degli avversari sa che onora iddii di poca forza, di poco conto, di nulla potenza. Ma come un innamorato deluso ma incapace di accettare la sconfitta continua stupidamente ad amare chi non lo ama, così il tifoso o il fanatico della TV continua a credere ai suoi iddii perché non sa crearsene altri, nemmeno se stesso.
Perduto, contraffatto, l’uomo non ha bisogno che la stella Nemesi lo distrugga come distrusse i dinosauri. Corre lieto verso la sua fine.
L’uomo contraffatto - da“Scienza e vita” – Febbraio 1988 -  Luigi Confalonieri.

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